Il motivo per cui un trattamento sintomatico (farmaci antinfiammatori, massaggi nella zona del dolore, terapia con strumenti vari) molto spesso non elimina il disturbo è giustificato dal fatto che non necessariamente la zona del dolore corrisponde alla zona del corpo in disfunzione.
Con una semplice metafora possiamo paragonare il nostro corpo ad una squadra di calcio in cui ogni giocatore ha un ruolo preciso in campo, quindi andare a trattare la zona del dolore in certi casi è come prendersela con il portiere quando si riceve un goal. La zona del dolore può essere paragonata alla porta in cui il portiere possibilmente è l’unico che ha giocato bene.
Quindi perché noi avvertiamo dolore?
Il sistema nocicettivo (ovvero la funzione del nostro sistema nervoso che ci fa percepire il dolore) ha l’importante compito di avvisarci che nel nostro organismo c’è un danno reale o potenziale. Continuando con la metafora della squadra è come se ci avvisasse che c’è qualche giocatore che non sta giocando bene. Il più delle volte non riusciamo a capire la causa del nostro disturbo così come succede al più bravo degli allenatori.
Nella valutazione osteopatica andiamo ad esaminare attentamente ogni distretto corporeo così come in una squadra si andrebbe ad interrogare ogni singolo giocatore mettendolo il relazione con il resto della squadra. Ebbene in Osteopatia dopo un’ accurata anamnesi (raccolta di informazioni sul paziente) ed un’attenta diagnosi differenziale (si esclude la presenza di patologie che potrebbero controindicare il trattamento), si procede con la valutazione osteopatica in cui si mette in relazione ogni parte del corpo con la globalità e si stabilisce “chi sta giocando male”.
Il trattamento continua con la normalizzazione della primarietà disfunzionale (ovvero la zona del corpo che non si muove bene, non necessariamente la zona del dolore) mediante tecniche manuali e la successiva rivalutazione.
Mediamente si ha la risoluzione del disturbo in 4 sedute.
Ricorda che nessuno vince da solo…
Dott. Massimiliano Pistone
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